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03 Nov

Cap. 2-2: Riesce finalmente a salutare Nidàl, Hayat e Nour

Nabil localizza suo padre in mezzo alla folla:
Hi, Kifak? Ça va?[1]
“Finalmente a casa…Ma perché hai questa faccia? Qualcosa non va?”
“Dobbiamo correre in ospedale… Tuo fratello si è ustionato”
“In ospedale? Ma si è ustionato così tanto da andare in ospedale? Dove? Quando? Come?”
Nabil non riceve nessuna risposta fino all’arrivo in ospedale.

Sono i bambini che corrono per primi a salutare:
“Ecco papà!”
“Sono arrivati lo zio e il nonno!”
“Ciao bimbe.”
Accorrono tutti. Lo accerchiano. C’erano tutti in ospedale: figlie, nipoti, cugini, cognati, amici… insomma tutti gli invitati alla cena di quella sera.
“Zio Farid ha preso fuoco…”, grida la figlia di Nabil.
“Come ha preso fuoco?”
“Meno male che c’era la piscina…”, interviene la sua nipotina
“Ha preso fuoco tutto il corpo…”, interrompe l’altro nipotino.
E tutti i bambini fanno a gara per raccontare l’accaduto senza rispettare un ordine logico o cronologico.
“Ho urlato aiuto per la strada… Non c’era nessuno a casa che sapesse guidare”
“Si è buttato in piscina con le fiamme che divampavano su tutto il corpo… come una palla di fuoco”.
“La cucina ha preso fuoco e lo zio è uscito dalla piscina per spegnerla!”
“Si è bruciato il viso!”
“La padella era grande e l’olio ha preso fuoco.”
“L’ho visto, ha buttato l’asciugamano sul fuoco, ma si è subito incendiato”.
“Nonno, vedessi che paura! Che panico! Quante urla!”
“Poi, sai cosa è successo? Ha tolto di scatto l’asciugamano infiammato, ma cosi si è sporcato d’olio e il fuoco gli ha coperto viso, testa, schiena, faccia… Oh Dio! Oh Dio! Credi che zio Farid tornerà come prima?”

“Buoni, Basta! Non capisco niente con questa confusione. Uno alla volta. Lasciatemi salutare ora. Fatemi passare”; e Nabil si fa strada verso il letto.
Il fratello è fasciato con delle garze come una mummia: testa, viso, mani e piedi, e quel poco che si vede del corpo è coperto da una tintura rossa.
“Cosa ti è successo?” s’informa Nabil preoccupato salutando con la coda dell’occhio sua moglie.
“Ne parliamo domani per favore. Sono stanco e poi, dopo quella odissea senza fine, sono solo contento di essere in ospedale. Questo per ora mi basta! Mi fa male tutto il corpo”.
Nabil riesce finalmente a salutare Nidàl, Hayat e Nour, e le porta via dall’ospedale.

[1] “Ciao! Come stai? Tutto bene” In dialetto (gergo) libanese, che include tre lingue mescolate insieme: inglese, arabo e francese.

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