Per acquistare il libro clicca sul seguente collegamento.
05 Dic

Cap. 4-3: la nostra guida rispecchia la nostra educazione e il nostro carattere

“… Ma tu sai che quasi un quarto dei libanesi vive all’estero e torna in patria solo per passare le ferie estive? Vuoi che non si intasino le strade?”

“Ma cosa c’entrano gli emigrati? Le nostre strade sono bloccate tutto l’anno, estate e inverno. Il problema del traffico è cronico purtroppo, non è stagionale.”

Marito e moglie, uscendo della stanza, interrompono senza volerlo la discussione animata dei loro amici, e l’attenzione si riversa su di loro.

“Allora? Come stanno le bimbe?”

“Che cosa dicono i medici?”

“Abbiamo saputo che Hayat ha perso la memoria. L’ha recuperata?”

Tante domande arrivano da tutte le direzioni e non lasciano il tempo per le risposte. Finalmente Nabil riesce a piazzare due parole: “Tutto bene!”.

Ma la pioggia di domande non cessa:

“Dov’è successo l’incidente?”

“Com’è andata?”

Non sa più cosa rispondere e a cosa ha già risposto.

“È vero che quel bastardo è uscito dall’incrocio senza fermarsi allo stop?”

“Ma cosa dici? Non gli ha tagliato nessuna strada. Usciva da destra, quindi aveva la precedenza. È il codice stradale che bisogna cambiare.”

“Di quale codice parli? Usciva dal parking pensando di essere l’unico al mondo! La vera ragione del traffico è il menefreghismo”. La colpa è nostra. A noi, caro amico, manca l’educazione stradale.”

E così si riprende la discussione precedentemente interrotta tra i due amici.

“Di questi tempi, gli autisti guidano anche contromano”, procede l’animatore della discussione dimenticandosi della presenza di Nabil “un automobilista è capace di tagliare il percorso a decine di macchine, di buttarne fuori strada altre cinque e, una volta a casa, ha il coraggio di dire ai suoi che non ha visto nessuno per strada. Bisogna ammetterlo: siamo individualisti e la nostra guida rispecchia il nostro carattere e l’educazione ricevuta dai genitori. E visto che siamo scarsi di cultura stradale, bisogna usare le maniere forti.”

“Beh,” interviene tranquillamente un altro, “Ti ricordo che in questi tempi la gente se ne sbatte delle leggi. Un uomo è capace di ammazzare un suo simile e tornare tranquillo a casa per cena. Abbiamo passato venticinque anni di guerra, senza leggi, senza regole, senza semafori, senza insegne stradali e senza polizia, e vuoi che da un giorno all’altro tutto vada come nei paesi sviluppati?”

“Dai, ragazzi, non buttiamo troppo fango sulla nostra storia. In questi casi non ci sono differenze tra un paese e un altro. Vorrei vedere come sarebbe il traffico a Roma, Parigi o a New York, dopo vent’anni di caos legislativo! Che dico? Vorrei vederlo dopo un solo mese!”

“Beh, comunque, non è una scusa per essere incivili e…”

La porta della stanza si apre e permette a Nabil e Nidàl di fuggire da una discussione senza fine.

“Come stanno? Hanno la febbre?”

“Tutto bene”, risponde l’infermiera. “avete per caso un gioco di società per tenerle sveglie?”

“Sì, lo porteremo”

Comments are closed.