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05 Dic

Cap.5-3: Bisogna trovare un riferimento qualsiasi…

Il sole riuscì a forare le nuvole con i suoi raggi e ad illuminare la montagna di fronte. L’aria era pura, la foresta mise il suo tipico profumo di resina e di timo, e indossò un paesaggio verde, brillante e nitido. I colori rimpiazzarono il grigio, e la gioia spazzò via la mia malinconia. Il fruscio degli alberi e il sussurro dell’acqua del torrente erano un canto che usciva dal fondo dei polmoni della montagna e contornava la valle rendendola ancora più incantevole. Fui felice e corsi come un bambino. Estrassi la mia macchina fotografica dallo zaino e scattai foto su foto.

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05 Dic

Cap.5-2: È vero che i preti sanno vivere bene!

L’atmosfera dentro era calda e il profumo del pane appena sfornato mi riempì i polmoni. Eravamo arrivati giusto all’ora del pranzo. Mi invitarono a cambiarmi i vestiti e a raggiungere il padre superiore che mi aspettava a tavola.

Non puoi immaginare a quale velocità mi cambiai! Sarà per non farli aspettare molto, sarà perché avevo una fame da lupo, so che in meno di cinque minuti fui in mensa a salutare i monaci che aspettavano. Erano tutti vestiti uguali, e solo dopo avermi rivolto la parola, riconobbi il padre superiore.

05 Dic

Cap.5-1:la stanchezza ti prende ad ogni partenza e all’inizio di ogni cammino, ma poi prendi il ritmo e non si fa più sentire

A casa, lontano dal frastuono mondano, si riprendono le forze. Perfino Baroud, il cagnolino, scodinzola felice tra Hayat e Nour. È stato trovato dalla sorella di Nabil accucciato e tremante sul tappeto posteriore della macchina. Non si è mosso per tanto tempo. Non si sa se fosse impaurito dalle facce estranee che circondavano la macchina, o se si fosse reso conto della gravità della situazione. Tutto quel che si sa è che è rimasto ad aspettare e difendere la macchina dagli intrusi ringhiando.

“Un cane deve avere qualcosa di più di un semplice sentimento di fedeltà, un valore che l’uomo non è capace e non sarà mai in grado di percepire.” pensa Nidàl.

05 Dic

Cap. 4-4: Un ‘come stai?’ , che sprigiona amore e premura…

Controllo dopo controllo, e visita dopo visita, la cena, per modo di dire, è servita. I parenti e gli amici tornano a casa e il silenzio torna a farla da padrone.

“Mamma! Ho sonno!”

“No piccola mia, non puoi dormire! Raccontami, come ti senti?”

“Bene, mi sento bene. Ma ho sonno, vorrei dormire!”

“E le infermiere? Sono gentili?”

“Sì, molto, specialmente Bernadette. Mi racconta sempre una storia quando mi esamina.”

05 Dic

Cap. 4-3: la nostra guida rispecchia la nostra educazione e il nostro carattere

“… Ma tu sai che quasi un quarto dei libanesi vive all’estero e torna in patria solo per passare le ferie estive? Vuoi che non si intasino le strade?”

“Ma cosa c’entrano gli emigrati? Le nostre strade sono bloccate tutto l’anno, estate e inverno. Il problema del traffico è cronico purtroppo, non è stagionale.”

05 Dic

Cap. 4-2: Ci ricordiamo dei consigli sempre tardi, e comunque dopo la tragedia

In ospedale Nabil non riesce a perdonarsi. Tutti sanno che al volante una distrazione, anche di una frazione di secondo, è fatale. Purtroppo ce lo ricordiamo sempre tardi, e comunque dopo la tragedia.

Oggi si è distratto. Lui è il responsabile.

05 Dic

Cap.4-1: E’ strano come la felicità sia del tutto relativa!

12 Agosto 1991, Nabil è un po’ amareggiato. Gli sarebbe piaciuto portare Hayat e Nour al campus dell’università, che oltre a essere il posto dove aveva trascorso una parte importante della sua gioventù, era anche il giardino dove lui e sua moglie portavano le figlie a godersi le piacevoli giornate primaverili.

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07 Nov

Cap. 3-2: L’impressione di essere inseguito non é nient’altro che la paura di te stesso!

“Scendo verso il fiume, penetrando il buio delle sue gole, La valle Janneh.

Improvvisamente l’aria ghiacciata della sera trasforma il “paradiso” in un’oscurità spessa e profonda. Il cielo e la terra, le rocce e gli alberi si sono fusi, la strada diventa invisibile. Non so più camminare. Il mio corpo proteso, le mani davanti a me, cerco la mia strada a tentoni nella notte nera. Sento dei rumori. Non è il solito rumore del vento. È il fruscio dell’oscurità che mi avvolge, l’oscurità dove non c’è né alto né basso, né destra né sinistra, né lontano né vicino, non c’è nessun ordine determinato. Non ho più conoscenza del mio corpo. Continue Reading »

07 Nov

Cap. 3-1: È proprio vero che i momenti più intensi capitano solo quando non li si cerca

Parto da Faraya[1] verso le sue montagne, addentrandomi nei sentieri che serpeggiano lungo le infinite sorgenti d’acqua. Passo dall’una all’altra attingendo acqua. Una ad una, le sorseggio meditando sui loro nomi, Nab’el Hadid: Sorgente di Ferro, Nab’el Aasal: Sorgente di Miele: Nab’el Laban, Sorgente di Latte! Continuo a scalare le montagne. Estenuato, ogni volta che mi avvicino ad una cima penso che sia l’ultima. Continue Reading »

03 Nov

Cap. 2-5: Tenero e caldo in un camino, spaventoso e micidiale in un incendio!

“Hai notato qualcuno dietro le tende della casa accanto? Hai avuto anche tu l’impressione che ci sia una persona che ci spia?” chiede Nidàl a bassa voce.

“No, non ho visto niente”.

“Ti assicuro che c’era qualcuno che ci spiava. Là, da dietro le tende… c’era un’ombra! Ho i brividi! Ti prego andiamo, presto.”, replica Nidàl, sempre più pallida.

“Ma basta con queste storie! Chi vuoi che si interessi di noi? Non siamo né ricchi né coinvolti in politica o non so in che cosa!”

“Niente! Lascia stare! È solo un’impressione. Voi uomini non capite niente di queste cose.” Continue Reading »